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L’inspiegabile è in poco, teso viso
Tormento al lato di un sorriso
Poco umani deserti senza vita
A espiare tutto nessuna fine
Suda luce un corpo freddo e triste
Fradicio soffrire sotto letto sfatto.
Temersi nudi, vedersi soli.
Fino a dar nausea come
Bambola tragica o come vecchia sola
Le attese e la calma, la pazienza e il salto
La sciagura non termina a sera
Mai sul fondo un tonfo
Testa protesa a origliare il buio.
Il muto si fa più forte
Tace, tace o grida.
Scrivibile l’interno muro
con troppe piaghe di compassione.
Tutte le cose di lei paurose
Tutte le pene
Ulcera lamentosa incide e stinge.
Mi obbliga a seguirla
Mi tiene con mani senza fine
Torchio mentale che strazia
Un ribollire di male d’uomo.
ipsediggy said:
a-ha..!
(gran bel pensiero, questo post e gran bel blog, questo blog ;-))
follylesie said:
:*
iggy said:
non odiarlo
follylesie said:
chi? cosa? (sei indietro di un paio di colloqui nei racconti!)
Adriana Meis said:
… molto (molto!) bello questo post! 😉
follylesie said:
grazie 🙂
iggy said:
eh, me ne sono accorto.. 😀
iggy said:
hai twittato una cosa che hai scritto 2 anni e mezzo fa.. aggiornati!
follylesie said:
prrr così è se mi pare. se mi va. m’anvedilolui! 😀